L’impero Moghul, dal 1526 al 1707, fondato da Babur detto il Conquistatore, è stato la più grande dinastia islamica che ha conquistato l’India. Dopo aver sottomesso l’odierno Afghanistan, Babur iniziò ad occupare l’India nord occidentale dando vita al Regno Moghul che col tempo si estese a tutta la zona settentrionale del paese.
Di impianto feudale, questo regno musulmano era amministrato da un governo centrale che impostò il suo dominio all’insegna di una tolleranza religiosa rispetto all’induismo e alle religioni dell’India.
A Babur succedette il figlio Humayun, sovrano colto e intellettuale che venne però destituito da Sher shah. Arrivato in Persia come esiliato, ebbe un figlio, Akbar. Una volta morto Sher shah, i persiani aiutarono Humayun a riconquistare il suo trono ma morì quando suo figlio aveva ancora solo 13 anni. Nonostante ciò Akbar detto Il Grande si dimostrò subito un imperatore molto valido che conquistò altri territori facendo raggiungere al Regno Moghul il suo apogeo.
Ad Akbar si deve anche la riforma del sistema di riscossione di tasse del Regno Moghul oltre che il rafforzamento delle alleanze; fu proprio per questo che sposò la figlia del Maharaja di Amber alleandosi così con i sovrani Rajput. Sovrano di grande carisma e sensibilità, favorì lo studio della storia, promosse iniziative a favore della tolleranza religiosa e permise all’arte di esprimersi al meglio come ne sono prova le miniature risalenti alla sua epoca.
Il Regno Moghul assistette ad una serie di lotte per il predominio da parte dei figli di Akbar. A prendere il trono fu alla fine Jahangir che sposò la persiana Nur Jahan rafforzando così il legame del suo impero con la cultura della consorte.
Nel 1627 fu la volta del figlio di Jahangir, Shah Jahan, che si ribellò al padre ascendendo al trono. È a lui che si deve il mito del Regno Moghul soprattutto dal punto di vista architettonico. Ed è sempre a lui che si deve il Forte Rosso di Delhi, la ristrutturazione del Forte di Agra ed uno dei simboli dell’India, il Taj Mahal, palazzo meraviglioso costruito in onore della defunta moglie Mumtaz.
Di padre in figlio il Regno Moghul venne poi governato da Aurangzeb che estese ancora di più l’impero creando però un buco nelle casse dell’impero. Le tasse aumentarono, il mecenatismo nei confronti delle arti cessò ed iniziarono una serie di rivolte finché suo figlio Akbar provò invano a salire al potere. Aurangzeb continuò a governare fino alla sua morte che avvenne nel 1707 dichiarando in pratica la fine del Regno Mogul.
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